Roma, 5 bambini intossicati dopo bagno in piscina: uno è grave
L'impianto è situato alla Borghesiana, uno dei bimbi è in terapia intensiva
Cinque bambini hanno avvertito dei malori, probabilmente intossicati, dopo il bagno nella piscina di un centro sportivo in via della Capanna Murata, in zona Borghesiana, a Roma.
Trasportati al pronto soccorso, due sono stati dimessi subito, due sono stati ricoverati in reparto pediatrico e il più grave, 9 anni, è ancora ricoverato in terapia intensiva. E' successo intorno alle 17.45 di ieri. Sul posto i poliziotti. Al momento non risulta eseguito alcun sequestro.
Il responsabile del centro: "Valori cloro erano normali"
"È stato bruttissimo, che spavento”. A parlare all’Adnkronos è Cristian S. responsabile della struttura ‘Iperium Eventi’ in via della Capanna Murata, dove ieri mattina i 5 bambini hanno avvertito sintomi di intossicazione. “Piscina agibile - sottolinea Cristian - è tutto a norma. Siamo in regola con assicurazione, Asl. Lavoriamo senza sosta e con tanti sacrifici. Si è trattato di un danno accidentale. Sono stato io, alle 10.26 di ieri, a chiamare il 112. I bambini tossivano, non respiravano. Ho scritto alla mamma, sono tutti suoi i 5 piccoli che erano in piscina. Ora vorrei solo che tornassero tutti a star bene”.
Trasportati tutti al policlinico Umberto I di Roma, il più grave ha 9 anni ed è ancora ricoverato in terapia intensiva e in gravi condizioni. Sulla dinamica, Cristian non può sbilanciarsi. Ma, racconta, “Ieri c’era tantissima gente per un torneo di calcio, a quanto ho capito, c’era poca pressione. All’improvviso si è accumulata e in un attimo è fuoriuscito solo cloro dalle bocchette vicino alle quali si trovavano i bambini. Solo in quel punto, perché dall’altra parte non è successo niente e in vasca c’erano altre persone. D’altronde parla il 'libro del cloro' - sottolinea - Alle 9.30, quando come sempre abbiamo verificato, era perfetto e i valori erano normali. Non capisco perché tutto questo accanimento”.
"Intossicazioni da cloro in aumento"
E' intanto in pericoloso aumento in Italia il numero da intossicazioni in piscina. "L’incidente avvenuto a Roma è solo l’ultimo di una serie di gravi episodi che si stanno verificando con sempre più frequenza nelle piscine italiane, e che mettono a rischio la salute dei cittadini", afferma infatti la Società italiana di medicina ambientale (Sima) intervenendo sul caso dei piccoli finiti in ospedale.
"I prodotti chimici normalmente utilizzati per la disinfezione delle acque delle piscine (ad esempio ipoclorito di sodio e di calcio, acido solforico, acido tricloroisocianurico, ecc.) sono classificati come pericolosi perché in gran parte corrosivi", spiega il presidente Sima, Alessandro Miani. "Nel caso in cui ipocloriti e cloroisocianurati vengano a contatto con i correttori di acidità (acido solforico, cloridrico, ecc.) - continua - possono liberare cloro gassoso, gas tossico per inalazione responsabile di intossicazioni acute anche molto gravi. In pochi sanno che sostanze molto diffuse come cloro e ammoniaca causano nell’uomo gravi ustioni a naso, gola, occhi, trachea e grandi vie aeree anche solo dopo pochi minuti dall’esposizione, e provocano spesso tosse ed emissione di sangue con l’espettorato, oltra a conati di vomito e difficoltà respiratorie".
L’intossicazione cronica da cloro, conclude il presidente Sima, "porta a congiuntiviti, anemie, bronchite cronica, alterazioni neuropsichiche, turbe dispeptiche, alterazione dentaria, insufficienza renale, edemi. In caso di esposizione prolungata e massiccia si può arrivare a complicanze più gravi, come lesione delle vie aeree e infezioni polmonari. I casi di intossicazione nelle piscine italiane stanno purtroppo aumentando: tuttavia i soggetti più a rischio sono i lavoratori addetti alla produzione di insetticidi, disinfettanti, metallurgia, e quelli che operano nel campo della potabilizzazione delle acque".
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