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Si rialza la tensione in Medio Oriente Hamas espone bare ostaggi

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La reazione del leader Israeliano Netanyahu è furiosa: "Li distruggeremo"

Davanti a una folla di palestinesi Hamas ha consegnato oggi, 20 febbraio, alla Croce Rossa le bare con le salme di quattro ostaggi israeliani rapiti nell'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. Si tratta di Shiri Bibas e dei suoi due figli, Ariel e Kfir, e di Oded Lifshitz. Il corpo di quest'ultimo, ha riferito la famiglia, è stato ufficialmente identificato. "Avevamo sperato e pregato tanto per un esito diverso. Ora possiamo piangere il marito, il padre, il nonno e il bisnonno che ci sono scomparsi dal 7 ottobre", hanno affermato i familiari.

I feretri sono stati esposti da Hamas su un palco allestito a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, provocando la reazione sdegnata di Israele. Il primo ministro Benjamin Netanyahu si è detto "furioso con i mostri di Hamas" che oggi hanno fatto sfilare le bare. "Siamo tutti infuriati con i mostri di Hamas", ha affermato in un videomessaggio. "Riporteremo a casa tutti i nostri ostaggi, distruggeremo gli assassini, elimineremo Hamas e, con l'aiuto di Dio, garantiremo il nostro futuro", ha aggiunto Netanyahu.

Poco prima era stato il portavoce del governo israeliano David Mencer a definire "Hamas non un movimento di resistenza, ma una setta della morte che uccide, tortura e fa sfilare cadaveri". Mentre su X il ministro israeliano alla Difesa Israel Katz ha scritto: "Il cuore dell'intera nazione oggi è in lutto oggi. Hamas ha rapito, Hamas ha assassinato, Hamas sarà distrutto. Ci vendicheremo dei nostri nemici e garantiremo il nostro futuro".

Il messaggio di Hamas ai Bibas
Hamas torna a sostenere che gli ostaggi siano stati uccisi da raid aerei israeliani sulla Striscia di Gaza rivendicando di aver "preservato le vite dei prigionieri, di aver fornito loro ciò che era possibile e di averli trattati umanamente". "Ma - è l'accusa - il loro esercito li ha uccisi insieme ai loro carcerieri".

Rivolgendosi alle famiglie Bibas e Lifshitz, Hamas aggiunge: "Avremmo preferito i vostri figli fossero tornati vivi, ma i vostri leader militari e di governo hanno scelto di ucciderli invece di riportarli indietro".

Nel novembre del 2023 le Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, avevano già accusato Israele di aver ucciso i Bibas, la mamma e i suoi due figli, in un attacco aereo. Israele non ha mai confermato che fossero morti.

Il marito di Shiri e padre di Ariel e Kfir, Yarden Bibas, era stato rilasciato il 1 febbraio da Hamas con altri due ostaggi israeliani, Ofer Calderon e Keith Siegel. L'intera famiglia dei Bibas era stata rapita dalla loro casa nel kibbutz di Nir Oz (VIDEO). La famiglia Bibas e in particolare Kfir sono diventati un simbolo e tra le vittime più note dell'assalto, compiuto da Hamas.

L'identificazione delle salme, ha riferito il ministro della Salute israeliano Uriel Buso, potrebbe richiedere del tempo. "Ho visitato l'istituto di medicina legale per vedere i preparativi per il ritorno dei caduti", racconta il ministro, sottolineando la necessità di stabilire, se possibile, la causa della morte. "I professionisti qui sono stati preparati in modo che l'identificazione possa essere effettuata il più rapidamente possibile" spiega. "Il processo può richiedere poco oppure molto tempo, perché non abbiamo informazioni precise sulle condizioni delle persone uccise - aggiunge -. Pertanto, dobbiamo essere pazienti. La cosa più importante è arrivare a un'identificazione chiara per poi potergli dare una sepoltura in Israele".

Herzog: "Non ci sono parole, chiedo perdono"
"Sofferenza. Dolore. Non ci sono parole". Esordisce così in un post su X il presidente israeliano, Isaac Herzog, dopo la consegna alle forze israeliane dei corpi di quattro ostaggi israeliani trattenuti nella Striscia di Gaza dall'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. "Sono a pezzi i nostri cuori, i cuori dell'intero Paese - aggiunge - A nome dello Stato di Israele, abbasso la testa e chiedo perdono. Perdono per non avervi protetti in quel giorno terribile. Perdono per non avervi riportati a casa sani e salvi".

Sabato la liberazione di sei ostaggi in vita
L'ufficio del primo ministro israeliano Netanyahu ha ufficializzato la liberazione di sei ostaggi vivi dalla prigionia a Gaza, prevista per sabato 22 febbraio, come previsto dall'accordo stipulato con Hamas.

Hamas ha, inoltre, detto di essere pronto a liberare, in una sola volta, tutti gli altri ostaggi durante la seconda fase dell'accordo con Israele per la tregua a Gaza. "La liberazione avverrebbe in una volta sola e non per tappe come è stato fatto durante la prima fase", ha detto all'agenzia Afp Taher al-Nounou, un esponente di Hamas, senza chiarire quanti ostaggi siano attualmente in mano a Hamas o ad altri gruppi nella Striscia di Gaza.

I numeri dell'accordo
Dal 19 gennaio, quando è iniziata la prima fase della tregua, sono stati rilasciati 19 ostaggi israeliani e più di 1.100 prigionieri palestinesi sono stati liberati dalle carceri israeliane. Al termine della prima fase, a Gaza resterebbero 58 ostaggi, comprese 34 persone che i militari israeliani ritengono siano morte.

 

20 Febbraio
Autore
Luciano Razzano

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